T’AMO PIù DELLA MIA VITA

Monologo il cui tema parla della persecuzione di un marito psicolabile e alcolista che attenta la vita di una famiglia. La protagonista racconta, al suo compagno di studi Gianni, la drammatica vicenda a cui è scampata. Lo spazio simbolico rappresenta una pedana su cui v’è un manichino a cui si rivolge la protagonista Tina e una porta sul fondo chiusa con un lucchetto. Al lato del palco una specchiera con cui interagisce e in proscenio un enorme rete da pesca.

Questa storia è una storia Vera scritta e raccontata da Catena Giardina, prodotta da Associazione la Fenice Scarlatta.

Tratta di un argomento per me molto importante: la Violenza sulle Donne.

“C’è una guerra che quotidianamente si svolge dentro le mura domestiche, ma che si nutre di una cultura radicata in tutto il Paese che vuole la donna un gradino sotto, rassegnata al potere del maschio.
Nel lavoro, in casa, nelle pubblicità sessiste, nei linguaggi comuni, nell’educazione dei figli maschi “forti” e delle figlie femmine “sensibili”, nella mancanza di parità di salari, nelle diffamazioni anonime se una donna fa carriera, nelle quotidiane molestie che vengono fatte passare come corteggiamento, nel patto di Governo che considera la donna solo come “madre”, nelle proposte di legge come il Pillon che rende di fatto impraticabile il divorzio, nelle ordinanze contro i vestiti succinti come a Novara, nelle mozioni contro la libertà di scelta sul proprio corpo come a Verona.

E’ una guerra che ogni giorno si alimenta in ogni strato della società. Quello che arriva alle cronache sono sempre solo le punte di enormi iceberg di violenze e maltrattamenti molto più radicati nel tempo e nello spazio, che avvengono in silenzio o nell’indifferenza generale.

Tutte e tutti devono sentirsi chiamati a contrastare questa guerra, lo dobbiamo a noi stesse, alle nostre sorelle che non vengono credute e ascoltate adeguatamente, alle nostre bambine e alle ragazze che non devono crescere in un Paese dove ogni giorno di più la loro vita è messa in pericolo.

Non si tratta solo di testimonianza, si tratta di alzare la voce e di imporre tutta l’importanza e l’attenzione che merita la vera emergenza sicurezza di questo Paese, che non sono i disperati che scappano dalla guerra e dalla fame, ma sono gli uomini violenti che vivono nelle nostre casa.” Ariella Rossi

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