PIU’ CHE MAI LONTANO PIU’ CHE MAI VICINO

Una giovane coppia e la comunicazione, tra di loro e con il mondo che li circonda.
Da qui si parte. Le forme per stabilire contatti a distanza oggi di certo non mancano, anzi sovrabbondano. Nell’epoca della connessione globale ventiquattrore su ventiquattro siamo noi stessi diventati il testo da comunicare, in pochi caratteri possiamo far sapere al mondo quello che ci passa per la testa. E se non comunichiamo, non ci siamo, o almeno questa è la nostra impressione.

Ma che cosa ci passa per la testa? Tante informazioni, poca conoscenza?
Lei deve scrivere un sms, lui aggiornare il suo stato, lei è incerta se apparire invisibile ai suoi contatti, lui medita se emettere un cinguettio, tutto in contemporanea naturalmente. Sono a pochi centimetri uno dall’altra, ma riusciranno a parlarsi veramente? E poi c’è il lavoro, o meglio, vorrebbero che ci fosse, e perché ci sia bisogna sempre comunicare, si deve raccontare le proprie esperienze e le proprie aspirazioni, magari inventarsele, ma bisogna comunicarle, si deve scrivere una lettera di motivazioni. No, vi prego, la lettera di motivazioni, no! Perché vorresti lavorare con noi? Scrivi! Scrivi! Scrivi! Ma cosa scrivere? E poi chiama la mamma, naturalmente, chiama sempre la mamma. Vuole sapere come va. Già, come va?

voci e musica per
Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana
Fabulazioni della Resistenza di Dario Fo e Franca Rame

CATEGORIA
Spettacolo e Letture con musica e video

Basta, dice lei! Spegniamo tutto, dice lui!

Parliamo, parliamo di noi, dice lei, anzi scrivimi una lettera!

Una lettera? Adesso? Ma se sei qui di fronte a me! Dice lui. Appunto, risponde lei, scrivimi una lettera, adesso in diretta, di fronte a me. Ce l’avrai ancora qualcosa da dirmi! Non sono capace, protesta lui, scrivimela tu!

C’è bisogno di un modello, un modello predefinito, come quelli per le lettere motivazionali.

Come si scrive una lettera quando si ha qualcosa da dire, come si scrive una lettera d’amore? Come si racconta una storia, quando c’è una storia da raccontare?

Dai, comincio io, dice lei…

Comincia così Il nostro viaggio nella memoria. Si compie su due binari paralleli: le Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e le Fabulazioni della Resistenza di Dario Fo e Franca Rame. Le voci delle due raccolte dialogano tra loro e con la musica, per dare corpo e forma al lascito umano di coloro che per un ideale hanno vissuto. Le Lettere ci restituiscono il senso di una generazione, un popolo, come lo ha definito Gustavo Zagrebelsky, “ un popolo di uomini e donne, appartenenti a tutte le età e a ogni classe sociale, consapevoli del dovere della libertà e del prezzo ch’essa, in momenti estremi, comporta”. La loro autentica umanità ci fa gustare a pieno il senso primario di parole di cui abbiamo con il tempo consumato il vero significato. Parole scritte su un foglio di carta negli ultimi atti di vita e che ci comunicano nitidamente tutta la loro urgenza, tutta la loro vitalità: libertà, giustizia, democrazia, amore. Le Lettere ci scrutano dentro e ci interrogano: cos’è che ci ha fatto cambiare? Perché queste parole sembra che arrivino da un mondo tanto distante dal nostro?”. Allo stesso tempo brillano come una fonte luminosa a cui possiamo attingere ora, oggi e domani.

Le Fabulazioni della Resistenza di Dario Fo e Franca Rame traducono in testo teatrale le storie di donne protagoniste della lotta partigiana per la libertà. Anche con le Fabulazioni la voce della memoria si fa sentire con innata immediatezza, capace di risvegliare il nostro anelito di vita. La crudeltà indissolubilmente legata alla lotta per la dignità non impedisce, anzi rende più potente, la forza della testimonianza, la bellezza del gesto d’amore.

Drammaturgia e interpreti
Mario Migliucci
Vincenza Pastore

Chitarra e Voce Carmine Torchia Voce femminile Barbara Bedrina

Durata: 1 ora e 15

Gli anni della storia sembrano lunghi e lontani, ma in realtà non sono che un soffio, e gli avvenimenti apparentemente dispersi in quella dimensione della storia che è il tempo sono in realtà vicini e collegati da quel misterioso e robustissimo filo che è la memoria degli uomini.
Le nuove generazioni, secondo Eric Hobsbawm, vivono “in una sorta di presente permanente”, che non gli consente alcun legame significativo con il passato storico, di cui anche essi sono il risultato. Leggono e studiano i libri di storia come se fossero divulgatori di novelle; guerre e avvenimenti di cui ricordare solamente date e nomi, ma senza consapevolezza delle ragioni storiche.

Nel rapporto con la storia di questi eventi quindi, gioca un ruolo importante la memoria che è una dote propria dell’uomo, ma purtroppo anche una fonte esauribile che va dunque adeguatamente alimentata.
Per questo è importante rimanere vincolati alla memoria storica; per cercare di trarne insegnamento e poter almeno provare a immaginare un futuro che non sia la ripetizione del passato, ma un cammino che elevi l’uomo al di sopra dei suoi limiti.
La storia tramandata dalla tradizione si configura quindi come strumento di ricerca di una continuità, costruendo un ponte di dialogo incessante tra il nostro passato, presente, futuro.

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