Recensioni dello spettacolo
LA GABBIA

Claudio Elli, Punto e Linea Magazine, 5 maggio 2015

Un dialogo intenso, ben interpretato, che fa riflettere sui conflitti generazionali e le possibili congiunture. In definitiva, un dramma del presente dove la rottura di un eventuale terrorismo è metafora di ribellione.

Angela Villa, dramma.it, 1 aprile 2014

Federica Fabiani e Vincenza Pastore, in grado di rivestire i toni emotivi e le sfumature dei loro personaggi, tratteggiano i dialoghi intensi del testo, senza mai venir meno ai ritmi propri e specifici della scrittura di Stefano Massini. […] La regia asciutta e minimalista di Sarti evidenzia e dà luce alla bellezza della parola scenica. […] La Gabbia di Sarti ci rapisce e ci stupisce, ci induce a riflettere sulle nostre personali gabbie.

Lorenzo Ponte, Echeion, 28 marzo 2014

In Italia manca una riflessione storica comune, una presa di responsabilità: siamo un Paese che preferisce dimenticare piuttosto che chiedere scusa. […] Gettiamo tutto nell’oblio, con il rischio che ritorni in poco tempo, peggio di prima. La Gabbia, diretto da Renato Sarti, prova a fare luce negli archivi segreti della nostra memoria collettiva. […] Il dialogo, lo spettacolo in sé, diventa un tentativo di incrinare le sbarre della gabbia che rinchiude le nostre individualità, luogo interiore che il disegno della scena sa comunicare bene nel suo spazio angusto, spoglio e inanimato.

Sara Chiappori, la Repubblica, 28 marzo 2014

Renato Sarti è intervenuto (con discrezione) sul testo sottolineando il contesto sociale e politico del terrorismo di sinistra […]. Il risultato è uno spettacolo compatto e asciutto, quasi austero. Come la scenografia metallica, efficace non luogo claustrofobico. Brave entrambe le interpreti, Federica Fabiani […] e Vincenza Pastore (la figlia), con menzione speciale per naturalezza e intensità.

Enzo Fragassi, Delteatro.it, 27 marzo 2014

Benché abbia agito con delicatezza e rispetto, l’intervento di Sarti sul testo originale ha inevitabilmente mutato impianto e natura di La gabbia […] che si trasforma qui in una riflessione dura e senza appello su un periodo preciso della nostra storia, riflettendo in definitiva lo stesso divario generazionale che separa autore e regista. Due visioni profondamente diverse alla ricerca di una sintesi non facile. La tensione drammatica che le partecipi Federica Fabiani e Vincenza Pastore riescono a trasmettere al pubblico […] rivela ancora una volta quale straordinario strumento di autoanalisi sia il teatro, capace nella finzione di rivelare gli aspetti profondi di ognuno di noi.

Martinside, 27 marzo 2014

Sono uscita da “La Gabbia” e stavo bene. Non bene, stavo meglio. Dopo un’ora di frasi atte a ferirsi, accuse, attacchi, insulti. Tensione e recriminazioni senza alcuna pietà, con accenti pronunciati di sadismo. Eppure sono uscita come dopo un bagno turco. Pura e fumante, prodotto di un misterioso e inaspettato processo catartico. […] Belle attrici, potenti, vere, “donnissime”. […] Lo spettacolo va guardato e basta, non c’è modo per raccontare.