“Che senso ha se solo Tu ti Salvi? Ne’ un Dio, ne’ un’idea potranno salvarci ma solo una Relazione vitale” A. M.

Il Teatro è comunicazione, è il passaggio di un pensiero, di un’emozione, di un concetto da una fonte a un ricevente. Il Teatro è già nella sua matrice sociale, proprio perché è espressione, formazione e interazione di persone, gruppi e comunità e si caratterizza per lo stretto rapporto tra individuo (il teatro) e gruppo (il sociale), a loro volta in relazione con la vita istituzionale.

L’arte è uno dei mezzi che uniscono gli uomini. (L.N. Tolstoj)

Teatro con rifugiati in Italia e Palestina

Grazie alla fiducia e al credo nel progetto di Asspi a Milano ho sviluppato per due anni un progetto di teatro con rifiugiati politici. Come strumenti sono stati usati, oltre al gioco del teatro, anche la fotografia e la musica. Questa esperienza mi ha portato ad andare anche in Palestina, per vedere con i miei occhi ciò che vivono, essendo questione che mi ha sempre toccato molto. Grazie ad Oikos e al Jenin Creative Cultural Center al suo capitano Yousef Asad, ho portato il mio contributo e la vicinanza tenendo laboratori per ragazzi, insegnanti delle scuole primarie, e bambini con handicap.

Con Musicans without borders mi sono formata per arricchire la mia formazione, perché credo che sia necessario oggi abbattere sempre più i muri che si stanno costruendo.

UOO SCII – Banchetto e Simposio. Progetto volto a favorire l’inclusione cinese a Milano(Auditorium Enzo Baldoni).

Ideazione e creazione di Marco De Meo e Vincenza Pastore ed IT Associazione (Open IT).  

Progetto di Davide Iodice Mettersi nei Panni degli Altri con gli Ospiti del Dormitorio di Napoli, nello studio delle Opere di Misericordia di Caravaggio

E’ stata un’esperienza che mi ha visto andare oltre il mio ruolo in questo caso di attrice e che ha delineato molto il mio percorso umano ed artistico, per ciò riporto un piccolo trailer dello spettacolo di questo progetto in colaborazione con Scarp de Tenis, giornale, ma anche progetto sociale, che vede protagonisti le persone senza dimora, e altre persone in situazione di disagio.

 

Collaboro da anni con Le Compagniemalviste, per cui sono grata per aver la possibilità di contribuire in differenti preziosi progetti tra cui:

Comunità e quartieri

Abbiamo periferie dormitorio popolate da anziani che vagano tra il centro commerciale ed il proprio appartamento, senza sentirsi parte di una comunità: ciò che si respira è solitudine ed emarginazione, soprattutto nelle grandi città, che non riesco ad occuparsi di ciò. Il laboratorio teatrale serve per stimolare l’immaginario e permette di scoprire una nuova identità e una nuova appartenenza. Le persone acquistano fiducia in se stesse ed è visibile e palpabile lo stato di benessere che ne deriva perché si intensificano i rapporti interpersonali e si favorisce l’inclusione sociale e generazionale. Si crea un capitale sociale unito e coeso, utile per il quartiere e la società tutta.

Teatro fragile maneggiare con cura 

Con persone affette da demenze degenerative e loro caregiver per farli uscire dall’isolamento, trovare sollievo e godere della migliore vita possibile.

Il teatro come strumento di cura e guarigione di supporto e di sostegno.

Si è creata un’operatività che nel corso degli anni ha realizzato anche uno spettacolo in teatro mettondo in primo piano le persone in tutta la loro illuminante bellezza e storia e fragilità, attraverso la musica, il canto, il corpo, la relazione. 

Potete visionare il sito internet della compagnia ed inoltre comprare anche online il libro di Alvise Campostrini ed Alessandro Manzella, presidenti della Compagniemalviste insieme a Francesca Caracciolo, sugli effetti delle pratiche teatrali sui malati di Alzheimer, editore Mimesis, 

Teatro diversamente abili 

Collaborando con Cooperativa Coesa, ho portato avanti il progetto di teatro con persone diversamente abili con cui abbiamo fatto anche delle prove aperte presso il Cam di Porta Romana a Milano, lavorando anche sulla scrittura. Avevo già fatto esperienza con la compagna Atir e gli Spazi del Teatro e sempre con le Compagniemalviste presso ex ospedale psichiatrico Paolo Pini. Con diverse cooperative, ho condotto laboratori di teatro per ragazzi in situazioni di famiglia non facile, e per cio’ anche definiti ragazzi “difficili”. 

Teatro ragazzi “difficili”

Il teatro diventa quindi, in questo laboratorio, un utile strumento pedagogico per scardinare le convinzioni che etichetanno i ragazzi e intraprendere un percorso di cambiamento e crescita. Mettere in scena una storia e dei personaggi diversi da sé, permette al giovane, di sperimentare concretamente, con il proprio corpo e la propria emotività, un modo di relazionarsi al reale differente da quello a cui è abituato.
Il teatro disorienterà i ragazzi, mettendo in crisi le loro convinzioni, la loro immagine di sé, del mondo e di sé con gli altri. Vedremo come da questo disordine, da questa confusione , da questo svelamento di possibilità nuove, il ragazzo potrà arrivare ad indirizzare consapevolmente la propria esistenza e a slegarsi da quella concezione che la legge solo come il risultato di un ordine necessario.
Scopriremo ragazzi indicati dagli educatori come soggetti pigri a qualsiasi proposta di lavoro impegnarsi per un progetto, scopriremo soggetti incapaci di collaborare in un gruppo farsi trascinatori e leader, altri inaffidabili diventare ligi alle proposte di lavoro e ai compiti assegnati, scopriremo ragazzi che si responsabilizzano.
Attraverso l’avventura teatrale i ragazzi con la creatività scopriranno un ventaglio di modi possibili di rappresentare il mondo; abbatteranno il muro tra possibile e impossibile, e dove sembrava impossibile cambiare, scopriranno la possibilità della costruzione di una diversa esistenza futura. Nella convinzione che il teatro sia un dispositivo pedagogico particolarmente particolarmente adatto nel lavoro rieducativo. 

Teatro in Carcere

Ho partecipato al Laboratorio di teatro al Carcere di Bollate, con detenuti.

Mi porto tanta ricchezza da tutti questi incontri ed esperienze, dove ogni volta imparo molto.